CENTRO ESTERO DEL PARTITO SOCIALISTA

Poiché uno scrittore resta tale anche quando con la parola e la corrispondenza giustifica, difende, propaga, popolarizza la propria visione del mondo.

Intendo dire: in quella mia attività, che le circostanze m’imposero, io non vedevo, non sentivo una «ricaduta», una «regressione» ad una fase superata della mia vita, ad un’attività politica nel senso stretto della parola; la differenza col passato era enorme, e non solo per l’avvenuta mia trasformazione interna, ma anche perché, io, pur scrivendo su temi politici ad uomini impegnati in una dura lotta politica, ero (e sono) assolutamente privo di ambizione politica e a me solo premeva (e preme) di condividere con altri che ne hanno bisogno alcune conclusioni alle quali sono arrivato riflettendo sulla nostra epoca e sulle nostre sofferenze. La mia preoccupazione era, alla vigilia di una grave crisi politica del mio paese, ispirare ad un’avanguardia di operai audaci idee di libertà, entusiasmarli per quelle idee ben superiori a quelle rozze e demagogiche del comunismo, in modo che possano diventare la guida e la salvezza del nostro infelice paese.

[…] l’argomento più angoscioso di tutta questa faccenda, quello che ora più mi preoccupa e per il quale passo le notti insonni: la sorte degli atti sequestrati, specialmente di quelli che recano notizie, indirizzi di antifascisti residenti in Italia.

La polizia federale ha sequestrato, presso uno dei miei collaboratori e in un domicilio a me sconosciuto, molto, moltissimo, troppo materiale. […]

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Ora io non dubito, neppure lontanamente, che le autorità svizzere si rendono conto delle conseguenze tragiche che avrebbe per gli antifascisti italiani residenti in Italia se, in un modo o in un altro, per negligenza o per indiscrezione di qualche funzionario, la polizia italiana arrivasse in possesso delle notizie e indirizzi che li concernono. La loro vita è in pericolo! Si tratta di uomini coraggiosi, di idealisti convinti, nei quali la passione della libertà arde come nei puri eroi delle rivoluzioni democratiche. Si tratta, per l’avvenire dell’Italia e della democrazia, di uomini preziosi.
La loro vita merita di essere difesa, salvaguardata, con tutte le precauzioni che le circostanze impongono. Nessuno ignora i mezzi diabolici di penetrazione e di corruzione di cui dispongono i servizi della polizia fascista italiana anche all’estero. Io imploro, supplico, scongiuro il capo della Procura Federale che dovrà esaminare e custodire gli atti sequestrati al Centro Estero del P.S.I. di prendere tutte le misure perchè la vita degli antifascisti che sono in Italia sia difesa.

Memoriale dal carcere svizzero

1) Silone, anni Quaranta sec. XX.
Archivio Silone, Centro Studi I. Silone, Pescina.

2) Memoriale dal carcere svizzero.
Scritto nella Caserma cantonale di Zurigo, Silone lo invia alla Procura Federale di Berna, per spiegare le ragioni che lo hanno portato, contravvenendo all’impegno con le autorità elvetiche, ad assumere la direzione del Centro Estero del Partito socialista e la sua azione personale nel Centro.
Zurigo, 17 dicembre 1942
Archivio Silone, Centro Studi I. Silone, Pescina.